Mission
Ingegneria e Cultura sulle tracce della memoria “rimossa”
in scenari urbani tra le improvvise folgorazioni monumentali e le discorsive microstrutture architettoniche dei cortili, delle fontane, delle stradine, dei giardini odorosi di gelsomini e di limoni, in un raro ed insolito intreccio di linee tracciate dall’uomo allo stesso modo che dal suolo, dal vento, dal sole, dall’acqua, dalla vegetazione
Nel Sud-Italia e particolarmente in Sicilia i processi di nuova urbanizzazione hanno compromesso spesso in maniera irreversibile l’originario rapporto tra quartiere e paesaggio circostante con la sistematica costruzione di nuove abitazioni ai margini dell’abitato anche laddove, nello spopolamento generale, non c’era alcun indice urbanistico a necessitare il nuovo costruito. Nei centri storici gli interventi di ristrutturazione, in mancanza di adeguate pianificazioni, sono state troppe volte in contrasto con il patrimonio originario, gli interni sono stati privati delle tracce sedimentate del vissuto storico e spogliati degli arredi poveri originari. Un’opera questa, di rimozione collettiva delle identità autoctone dei luoghi, legate nell’immaginario socioculturale ai destini di sofferenza e povertà e destinate ad un giudizio di abiura senza appello.
Anche la cultura dotta non ha considerato degni di tutela questi patrimoni lontani dai fasti e dalla gloria della classicità.
Paradossalmente solo laddove la povertà e le calamità naturali hanno determinato l’abbandono degli abitanti da questi luoghi, in essi si sono eccezionalmente conservate quelle caratteristiche di integrità storica architettonica e paesaggistica la cui tutela oggi potrebbe essere la premessa di nuove qualificanti ridestinazioni per il rilancio dell’economia e dell’immagine di antiche, storiche e belle città del Val di Noto a riconoscimento Unesco, come Modica.
Il restauro conservativo de Le Case degli Avi nell’antico quartiere Consolo di Modica vuole rappresentare un esempio di tale tendenza, da prendere come modello .
La singolare bellezza di questi scenari urbani si coglie progressivamente, passeggiando tra quartieri insediati, come vere e proprie nicchie ecologiche, tra le improvvise folgorazioni monumentali e le discorsive microstrutture architettoniche dei cortili, delle fontane, delle stradine, dei giardini odorosi di gelsomini e di limoni, in un raro ed insolito intreccio di linee tracciate dall’uomo allo stesso modo che dal suolo, dal vento, dal sole, dall’acqua, dalla vegetazione
Come conseguenza di queste considerazioni, IngegniCultura, laboratorio di progettazione e servizi per l’ingegneria e i beni culturali, operante a Modica e partner del progetto SI-Moutique, con il restauro conservativo de Le Case degli Avi nella parte antica della città, vuole proporre la definizione di un patrimonio da cui consegue una specifica progettualità e infine un modello di sviluppo proprio per luoghi che non ne hanno vissuti di significativi nel passato più recente. Un modello nell’insieme che definisce, per questo specifico patrimonio, una particolare progettualità negli interventi privati e disciplinari da concordare con gli enti territoriali, un modello di sviluppo che possa dare rispetto e dignità alle originali identità di questi territori e che sia parimenti una concreta possibilità di sviluppo produttivo per l’intero territorio ibleo ed i suoi abitanti.